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Gen

Trattamento invernale per fruttiferi

Domanda: Chiedo scusa se le mie domande sono state troppo generiche, ma piano piano si impara a fare i primi passi e a convretizzare qualcosa. Ora siamo in inverno, e avrei piacere sapere quali trattamenti si possono fare in inverno ai fruttiferi? Grazie.

Postata da: francesco Dal Pezzo
Risposta di: Dott. Ugo Laneri

Mi fa piacere che qualcuno mi ponga delle domande e che queste possano essere utili anche a più persone. In inverno, malgrado le piante siano in riposo ed anzi proprio per questo, è opportuno effettuare sui fruttiferi (ed anche alberi da fiore) alcuni trattamenti, per migliorarne la fioritura/fruttificazione e lo stato sanitario. È meglio affrettarsi, in particolare per la concimazione. Approfondiamo quindi quanto accennato precedentemente. Ammesso che il terreno non sia già stato concimato, si consiglia di effettuare una concimazione intorno ad ogni pianta, nello spazio formante un anello circolare che parta a circa ½ m dal tronco e sia ampio ½ m o 1 m, secondo la grandezza della pianta. Si raccomanda di interrare, in ogni settore circolare, distribuendolo il più omogeneamente possibile, un miscuglio di stallatico e di concime ternario ricco di potassio e di fosforo (l’importante è che i valori siano abbastanza elevati e superiori all’azoto), in proporzione di circa 2:1, cioè di 2 parti di stallatico maturo e 1 di concime ternario; per ogni pianta bisognerebbe spargere circa ½ kg o 1 Kg (per piante grandi) del miscuglio detto, in particolare se il terreno è piuttosto povero. Con una paletta o altro attrezzo, si può spargere – senza esagerare – il miscuglio a spaglio, come si faceva una volta per seminare il grano. Se non si trovasse lo stallatico maturo, la pollina va bene, ma allora ce ne vuole un po’ meno. (La formula originaria raccomandata sarebbe, per ogni albero: perfosfato 100 g + solfato di potassio 35 g + stallatico 250 g; non è facile però trovare il perfosfato ed il solfato di potassio). Altri trattamenti invece migliorano lo stato fitosanitario. Un tempo – e qualcuno ancora lo fa- si pennellava sul tronco dei fruttiferi della calce spenta; lo stesso si può fare con della miscela bordolese concentrata o altro prodotto solfo-cuprico; in mancanza di questo, una spennellata di rame ossicloruro, potrebbe andare bene. La concentrazione dei prodotti può, anzi deve essere almeno 3 volte più concentrata rispetto all’uso su una pianta con le foglie. In tal modo vengono uccise le forme svernanti di funghi e parassiti che si annidano negli interstizi della scorza (detta impropriamente “corteccia”). Un altro trattamento invernale raccomandato per prevenire l’attacco di afidi e cocciniglie è la nebulizzazione su tutta la pianta di una miscela di olio, sapone e lecitina di soia: in 10 l di acqua sciogliere 12-15 g di lecitina di soia (si trova nei supermarket), aggiungere c. 400 g ( o ml) di olio di semi (il più economico che si trova) e infine 150 g di sapone (io uso il sapone liquido, tipo Last al limone). Siccome la lecitina si scioglie molto lentamente in acqua, si consiglia di scioglierla in un po’ di acqua calda. La lecitina consente di formare un’emulsione omogenea con l’olio ed il sapone. (In primavera per lo stesso problema si raccomanda un miscuglio simile, ma con 6-8 g di lecitina e c. 200 g di olio). Questi trattamenti andrebbero fatti possibilmente in un periodo non piovoso. 

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